Spalletti: “Totti può fare ciò che vuole, io gli voglio bene, altri no”

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DAL NOSTRO INVIATO EDOARDO TOMASSI – Consueta conferenza stampa prepartita per mister Spalletti, che alla vigilia di Roma-Bologna ha risposto alle domande dei cronisti presenti nel Media Center di Trigoria.

“Oggi dovrebbero essere tutti in gruppo. Gyomber e Vainqueur sono rientrati, ha sofferto di un ascesso Ruediger ma si sta gonfiando ed è a posto. Tutti a disposizione”.

Cosa teme della partita di domani, l’avversario o un rilassamento? “Prima va messa in evidenza la bravura di Donadoni, persona seria che sa trasferire il proprio carattere alla squadra. Per riuscire da quella zona dove erano finiti bisogna saper insegnare calcio. Questo calo è la conseguenza della sua bravura, giocatori che si sentivano dentro una situazione difficilissima che si sentono già salvi. Ora si renderanno contro che devono fare ancora qualcosa. Non penso che i miei calciatori vadano ad affrontare una partita non dando il massimo, ne abbiamo parlato più volte e loro tireranno fuori la qualità”. 

Come sta Strootman? “Kevin sta sempre meglio, ogni volta che si va dentro mette un pezzettino della sua qualità e del suo spessore di uomo a nostra disposizione. Gli mancano un po’ di partite giocate nell’intensità vera, però sono convinto che quando lo userò si farà trovare pronto e sulla strada della sua completa guarigione”. 

De Rossi è pronto per tornare o Keita ha una condizione superiore in questo momento? “Bisogna stare attenti alla condizione generale. Fuori ci sono dei calciatori che sono pronti a mettere il loro contributo dentro al momento della Roma. Il momento non prevede soltanto che quell che soni scelti vadano in campo e si comportino in maniera splendida come stanno facendo, ma prevede che anche chi sta fuori li metta in condizione di mettersi a livelli straordinari in allenamento. Così diventa più facile diventare squadra. Dal punto di vista mio è un vantaggio anche se mi mette in difficoltà sceglierne soltanto uno da mandare in campo. Però la Roma sta giocando in un mdo che mi permette anche di spostare qualcuno e metterlo nell’11”. 

Attacco pesante o leggero? “Non sussiste il problema. Si cerca di far venir fuori un gioco collettivo e diventa fondamentale quando si cerca di fare gol. La Roma ora lo sta facendo sia con Dzeko che senza Dzeko. Quella differenza lì è il pensiero dell’allenatore a dei particolari e a dei dettagli che sarebbero perseguiti, però ho questa possibilità e me la penso tutta e sono convinto quando scelgo che anche se avessi fatto l’opposto qualcosa sarebbe venuto fuori da questo collettivo che ho a disposizione. La Juve riesce a far funzionare tutti e tre i grandi attaccanti che ha, se riesci ad ottenere il 70% da tre calciatori allora vai più in là perché nell’arco di un campionato non ci si può appoggiare su un solo elemento se vuoi competere. Tornando al Bologna voglio sottolineare che il Bologna è l’unica squadra che ha interrotto il filotto della Juve”.

Un parere sul caso Higuain: “Da un punto di vista di uomo di sport io penso che Higuain sia fenomenale ma altrettanto penso che i suoi numeri siano merito di un collettivo che propone un grande gioco di squadra. In entrambi i modi Roma-Napoli sarà molto difficile per noi. Dobbiamo stare attenti a prendere in considerazione tutto quello che ci passa davanti per quello che affrontiamo in questo momento e in questo momento è la squadra di Donadoni” 

Settimana dove si è parlato molto di futuro: “Per me diventa importante blindare me stesso all’attenzione delle partite che ci restano. Sabatini ha un altro ruolo che fa in maniera splendida, è chiaro che vada in giro a confrontarsi e ad informarsi. Ho visto che state diventando troppo buoni, mi facilitate la vita a parlare di mercato perché sono cose che rimangono fuori dallo spogliatoio, pensavo che entraste dentro parlando di un litigio da me e Sabatini”. 

Dzeko è arrivato a Roma come candidato all’Oscar e si ritrova come comprimario, come la sta vivendo? “Io non lo so, vedo che si allena in maniera splendida e non potrebbe fare altrimenti perché anche lui deve avere come obiettivo i risultati della squadra. Quello deve essere il riferimento e non i successi individuali. Iago cosa dovrebbe dire? Invece lui arriva mi saluta ed è sempre contento di incontrarmi. Ci sarà qualcuno meno contento ma fa parte dei giochi. Ci sarà qualcuno a cui staro sulle scatole, chi te lo dice e chi no, ma bisogna pedalare. L’altro giorno mi passa davanti Maicon e gli dico: <<C’è qualcosa che non va?>>, e lui <<Ce l’ho con te  perché non mi fai giocare>> e io gli ho detto che deve dare il massimo. Lui mi ha risposto si si ed è tornato ad allenarsi. Lui si mette a disposizione e quando vede un compagno di squadra che fa una bella cosa gli salta addosso trasferendogli la sua amicizia”.

Quali sono i presupposti tattici necessari a vedere in campo Dzeko? “Quello che diventa tatticamente parlando è: si va di là o siamo sotto la linea? Non restare sotto la linea difensiva per me è un vantaggio, se domandi a un centrale se è più facile marcare uno che sai dov’è o uno che ti appare ogni tanto ti rispondono tutti alla stessa maniera. E’ una questione se dare o meno un punto di riferimento alla linea difensiva. Gol si può fare con qualsiasi calciatore, quelli un po’ più adatti e quelli meno. Questa soluzione è per dare una difficoltà di interpretazione agli altri che è oggettiva, perché sono loro che parlano di questa difficoltà. Chiediamo ai difensori chi preferiscono marcare tra Cavani e Ibra, molti ti rispondono Ibra, perché sanno dove si trova”.   

Domani può essere la partita giusta per Totti? Il rapporto che ha raccontato con Maicon vale anche per lui? “Con quello che non ti viene a fare la battuta viene fuori un rapporto differente. Io Francesco lo tratto come un calciatore vero e sono uno dei pochi. Lo scelgo se lui ha più possibilità di un altro mentre qui qualcuno è a prescindere di questo e non è giusto. Calciatore, primo riferimento dello staff, vicepresidente, quello che lui vuol fare, o in una maniera o in un’altra ci guiderà lo stesso perché ha questo carisma che gli viene dettato dalla sua storia e dalla sua qualità. Speso si dice che si vuole dare un taglio a quella che è stata una sua straordinaria qualità, il gioco di prima. Quelli che giocano di prima o restituiscono o giocano di fianco mentre lui da seguito, quella è la sua straordinarietà. Io l’ho sempre visto come un grandissimo trequartista che manda in porta gli altri ma se la squadra lo supporta lui può giocare anche da altre parti. Totti può fare ciò che vuole, tutti due correremo nella stessa direzione per fare i risultati della Roma. Rimanendo nel momento lo tengo in considerazione come tutti e io gli voglio bene. Quello che gli dice bello e bravo non gli vuole tutto il bene che gli voglio io perché va adirgli cose che non sono vere”. 

4 Commenti

  1. sono d’accordo. complimenti.gli voglio bene da sempre come a tutti quelli che nella Roma hanno fatto il loro mestiere.naingo deve restare e stanotte ho chiuso a fatica occhio. mi fa RABBIA sabatini. nn mi piace il CALCIO DI LUNEDì almeno che nn sia una turnè.

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