Rubrica, l’analisi dell’avversaria: la Lazio

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L’ottava posizione le garantisce una classifica tranquilla, senza patemi d’animo, che nel mondo del calcio si traduce in una stagione d’anonimato. 42 punti in 30 partite, la inseriscono sopra il Chievo e sotto il Sassuolo, non proprio l’elite del football nostrano. L’annata è deludente e ricca di rammarico, specie per chi aveva concluso quella precedente sul gradino più basso del podio italiano. Di chi stiamo parlando? Ovviamente della Lazio di Pioli, prossimo avversario della Roma.

Analisi:  Il problematico poker biancoceleste. La lunga rincorsa dello scorso anno si infranse sul muro giallorosso eretto da Yanga-Mbiwa. Il colosso francese distrusse tutti i miraggi di rimonta e addirittura di sorpasso, che i cugini dell’altra sponde del Tevere, avevano cullato per tutto il girone di ritorno. Eppure il pass per poter partecipare alla competizione dalle grandi orecchie arrivò comunque. Perché pur con una settimana di ritardo, la Lazio di Pioli sconfisse il Napoli dell’allora criticato e oggi amato e idolatrato Higuain.

L’inno della Champions League durò poco e come Paganini non si ripeté. Una volta sola e tutti i tifosi biancocelesti furono risvegliati, dall’armata tedesca, dal proprio sogno di gloria.

Quello che è accaduto questa estate è soltanto una delle tante occasioni in cui si poteva fare e non si è fatto, forse, l’emblema delle occasioni perse della lunga e criticata gestione Lotito.

Problema numero 1: Lotito. Un presidente che, se affermassimo che sia poco apprezzato, saremmo tacciati di pazzia, perché il numero biancoceleste risulta ai suoi tifosi, come il ricordo del 7 a 1 di Manchester a quelli giallorossi. Con una sola piccola ma grande differenza, l’imbarcata inglese è un lontano e amaro ricordo, Lotito è quasi, come un diamante, per sempre. O anche onnipresente, lui che amava definirsi avulso, nel corso degli anni ha invaso tutte le televisioni, i talk show e, per usare un eufemismo, ha le mani in pasta ovunque; in Lega e in Figc. Anche se i negativi risultati stagionali lo hanno fatto pian piano sparire dal piccolo schermo, con sommo piacere dei suoi supporters. Tralasciando le battute però, il disamore che è riuscito a creare tale personaggio nei confronti della squadra è qualcosa di unico.

Lo striscione esposto ieri dai tifosi dell’Aston Villa durante il match di Premier League, contro i propri beniamini e contro la società, esprime perfettamente anche il sentimento del tifoso laziale:

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Inoltre tornando al dirigente federale, è arrivato nel calcio che conta con il motto di essere il moralizzatore, colui che avrebbe ripulito tale sport, nonostante un arresto alle spalle nei primi anni 90, nella sua decennale esperienza ha ottenuto tanti record negativi. E’ stato uno dei protagonisti della vicenda calciopoli con 4 mesi di squalifica, 11 punti di penalizzazione per la Lazio nella stagione successiva e 18 mesi di reclusione, poi passati in prescrizione. Aggiotaggio, ostacolo agli organi di vigilanza, il caso Iodice e chi più ne ha più ne metta. Inoltre è riuscito nell’impresa impossibile di svuotare uno stadio e togliere ad una squadra, ciò che la squadra la mantiene in vita, ovvero i tifosi e loro amore.

Dal punto di vista sportivo ha collezionato alcuni trofei nazionali, ma i suoi comportamenti autoritari e dittatoriali non sono riusciti mai a ricucire lo strappo con il cuore pulsante del tifo e della Curva Nord. Abituata, con la gestione precedente, quella Cragnotti, seppure con metodi economici non proprio trasparenti, a veder giocare campioni, talenti e a lottar per il primato in Italia e in Europa. In questo ultimo lustro invece, i calciatori di livello non sono quasi mai stati comprati o sono stati solo di passaggio; pronti verso una nuova destinazione, con presunti fenomeni o affermati sconosciuti a rimpiazzarli.

 

Problema numero 2: Difesa colabrodo. 38 reti subite in 30 giornate di Serie A. Numeri che fanno riflettere e che indicano l’assoluta inaffidabilità difensiva della retroguardia biancoceleste. Non solo schemi o allenamenti, ma anche giocatori. Affidare tutte le colpe alla mancanza di tattica sarebbe ingiusto, perché se Pioli è stato considerato un maestro lo scorso anno, non può essere diventato un brocco in pochi mesi. La scelta più logica è che non era tale prima e non lo è ora.

Ma la causa di questi numeri abbastanza impietosi è da spartire con le discrete qualità tecniche dei singoli calciatori. Perché se centrocampo e attacco sono da parte medio-alta della classifica, dalla cintola in giù si fatica a salvarsi. Il solito acquisto in saldo dello stock di giocatori di Lotito di fine mercato, non ha prodotto alcun risultato e la prevedibile quanto annunciata assenza dell’olandese De Vrij, non può giustificare tutto. Basti pensare alla difesa che, molto probabilmente, Pioli, visto anche qualche infortunato, schiererà nel derby: Patric, Hoedt, Bisevac, Braafheid.

 

Problema numero 3: Pioli e le scelte sbagliate. L’allenatore ex Bologna non disporrà di un’ottima rosa, ma quello che si è visto quest’anno è veramente poca cosa. L’aver avallato ogni scelta societaria in sede di mercato è uno dei suoi maggiori errori ma nella stagione precedente aveva sopperito alle lacune tecniche con la tattica e la forza del gruppo. Però proprio quest’ultimo fattore è quello che è venuto meno da agosto ad oggi. Se infatti, prima si vedeva un unico corpo muoversi, ora sembrano 11 corpi estranei.

Parte della colpa di questa metamorfosi è proprio da attribuire al tecnico nato a Parma, che durante il periodo estivo ha spaccato il gruppo, con la scelta del nuovo capitano, Biglia invece di Candreva, dopo l’addio, momentaneo, di Mauri.

 

Problema numero 4: Lo stadio deserto. Se, come già scritto, il presidente biancoceleste è riuscito a dimezzare il pubblico presente allo Stadio Olimpico, la barriera posta, su ordinanza del Prefetto di Roma, nelle due Curve ha fatto il resto. Mentre in Europa si elimina ogni tipo di transenna, di recinzione, in Italia, anzi solo nella Capitale, si naviga in senso opposto.

A inizio estate infatti, il prefetto capitolino Gabrielli ha dichiarato inagibile l’Olimpico: per motivi di ordine pubblico era necessario rendere più difficoltoso lo scavalcamento tra i settori e segmentare le curve, in modo da ridurre la capienza e facilitarne il controllo.

Così ciò che Lotito ha iniziato, Gabrielli ha finito.

Con il risultato che il derby odierno, come tutto il resto della stagione, sarà giocato tra pochi intimi, circa 24mila spettatori, e quella che era considerata come una delle migliori stracittadine al mondo, fatta di sfottò, colori e cori, è ridotta ad un unico grande silenzio e immagini come queste resteranno solo un lontano ricordo.

Prossimo incontro: Lazio-Roma ore 15:00 3 aprile 2016 Stadio Olimpico di Roma

Probabile formazione(4-3-3): Marchetti, Patric, Hoedt, Bisevac, Braafheid, Parolo, Biglia, Cataldi, Felipe Anderson, Klose, Candreva. Allenatore: Pioli  A disposizione: Berisha, Guerrieri, Mauricio, Onazi, Mauri, Morrison, Djordjevic, Keita, Matri.

 

Edoardo Albanese

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