Roma, questione di DNA?

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La storia della Roma è stata spesso funestata da eventi sportivamente tragici, leggasi finali perse, scudetti sfumati sul filo di lana e qualificazioni mancate, avvenute spesso per mano di squadre di provincia. Le cosiddette piccole, che con la Roma inspiegabilmente si fanno grandi, sono costate ai giallorossi pagine importanti con le quali si sarebbe potuti arricchire un libro di storia che in 88 anni di attività scarseggia di pagine patinate, secondo un rito dell’eterno ritorno che vede la Roma cadere contro squadre abbondantemente alla portata, specialmente fuori casa.

La trasferta di sabato rappresenta un crocevia importante nella stagione della Roma, che affronterà la cenerentola Frosinone al Matusa e che dovrà assolutamente ottenere i tre punti per dare continuità alla vittoria con la Juventus del 30 agosto, in caso contrario si lascerebbero per strada punti preziosi, un malus a fine campionato che potrebbe costare caro. Come costò caro il 2-2 di Venezia – Roma nella stagione 2001/2002, quando i giallorossi scudettati di Capello buttarono via un matchpoint per lo scudetto, andando addirittura sotto di due reti, siglate da Maniero. Quella Roma non era estranea a debacle simili, tanto che l’anno prima aveva abbandonato prematuramente la Coppa Italia soccombendo di misura all’Atleti Azzurri d’Italia con l’Atalanta.

Anche “Rome” più recenti hanno pagato dazio alle provinciali, in particolar modo quelle di Spalletti e Ranieri. Al primo rimase indigesto il panforte di Siena, quando nel 2008 il 3-0 rifilato dai bianconeri interruppe una marcia importante verso il tricolore. Allo stesso modo, la Roma dei miracoli del testaccino Ranieri vide sfumare il sogno iridato a causa dei pareggi esterni a Livorno (3-3 e rigore fallito da Pizarro) e Cagliari (da 0-2 a 2-2 nei minuti di recupero coi gol di Lopez e il solito Conti). Due battute d’arresto che tolsero 4 punti scudetto ai giallorossi, nonostante il fallimento in quella stagione verrà per sempre associato al nome di Giampaolo Pazzini.

Andando indietro nel tempo potremmo tuffarci anche in quella che sarebbe potuta essere la stagione più bella della storia giallorossa, quella targata Niels Liedholm dell’83/84. La concentrazione nel cammino di Coppa dei Campioni era certamente dovuta ma la mancanza di attenzione in alcune trasferte di campionato costò alla Roma un bis tricolore che sembrava quasi dovuto dal destino in quella che forse è stata la più bella compagine giallorossa di tutti i tempi. I pareggi di Ascoli (0-0), di Avellino (da 0-2 a 2-2) e il pareggio di Palermo contro il Catania (anche in quell’occasione 2-2 dopo un doppio vantaggio iniziale), sancirono il 21° scudetto della Juve.

Che sia la storia della Roma è inopinabile, e anche che non dipenda dall’esperienza degli allenatori (accadde come detto anche a Capello e Liedholm) o dei calciatori non all’altezza (gli ultimi episodi citati riguardano gente come Conti, Dibartolomei, Cerezo). Si parla di DNA, ma se quello dell’uomo restalo stesso per tutta la vita, per quanto riguarda i giallorossi resta la speranza che tutto questo possa cambiare, già da sabato.

Gabriele Conflitti e Domenico Rimedio da canaleroma.it 

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