Lotito giustifica le barriere in Curva? “Covo di spaccio e reclutamento di persone per commettere reati e prostituzione”

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A (2)In occasione dell’Open Day dell’Università Europea di Roma, il presidente della Lazio Claudio Lotito, in qualità anche di consigliere FIGC, ha tenuto una Lectio Magistralis sulla continuità tra la formazione universitaria e l’ingresso nella dimensione del lavoro.

Il numero 1 della Lazio ha dedicato anche alcune battute relative alla questione della divisione delle curve dello stadio Olimpico: Su questo tema è stata fatta molta strumentalizzazione. La Curva dell’Olimpico è molto numerosa rispetto a quella delle altre città e merita una gestione diversa. Sono state fatte delle scelte legate esclusivamente alla tutela della sicurezza. Quello è luogo di tutti quelli che vogliono accedere e non è patrimonio esclusivo di nessuno. Se noi come società ci fossimo opposti il Prefetto avrebbe decretato la chiusura dello stadio. Per questa scelta sono obbligato a prenderne atto proprio perché ci sono stati dei comportamenti che sono stati sottoposti ad autorità giudiziaria. Sono decisioni che magari non si possono magari condividere ma che bisogna rispettare. Tra l’altro il Comitato Provinciale della Sicurezza ha dimostrato come nelle curve ci sia spaccio e prostituzione. Non lo dico io, ma le istituzioni”.

Inoltre, secondo quanto riportato dal Messaggero, sul discorso curve ha esclamato:”Lo stadio è diventato preda di una sparuta minoranza che condiziona la maggioranza dei tifosi, bisogna fare in modo che le persone perbene possano accedere tranquillamente all’Olimpico. In curva ci sono comportamenti non civili e lontani dallo sport. E’ documentato dal Comitato provinciale per la sicurezza che nelle curve ci sia spaccio di stupefacenti, vendita di merchandising falso, reclutamento di persone per commettere reati e prostituzione.”

Lotito infine ha espresso la propria opinione sulla possibilità di costruire dei nuovi stadi di proprietà dei club, queste le sue parole:“Gli stadi hanno tre elementi di criticità: patrimoniale, economico e di sicurezza. Dovrebbe essere realizzato in periferia così come nacque l’Olimpico che all’epoca era in una zona decentrata per motivi di traffico e di sicurezza ovviamente. Sarebbe bello vivere in un villaggio sportivo 365 giorni l’anno. Lo stadio non sarebbe più un teatro di conquista ma un qualcosa che lo stesso tifoso vorrebbe tutelare. La norma che abbiamo proposto è stata stravolta dal Parlamento tant’è che non sono stati costruiti molti stadi. C’è la paura di speculazioni. Ma con nuove cubature ci sarebbe stata la possibilità di recuperare le spese effettuate. Guardiamo il Real Madrid che vicino al centro sportivo ha avuto a disposizione tre grattaceli che sono di sua proprietà. Non c’è nulla di scandaloso a trarre degli utili dalla creazione di uno stadio, il problema è come sfruttare quegli introiti. Ogni mese come Lazio diamo al Coni 370mila euro per usare l’Olimpico due volte al mese. Con la crisi economica le squadre stanno collassando perché non c’è stata in passato una gestione virtuosa e sana per autofinanzarsi. Noi dobbiamo fare in modo che questo invece avvenga. Il singolo stadio non ti fa fare il grande salto di qualità. Il salto lo fai con l’opportunità immobiliare annessa allo stadio”.

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