Carboni: “Roma ti fa piangere e ti fa ridere. A Totti consiglio un anno in America”

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In vista della gara di campionato che la Roma giocherà questa sera contro la Sampdoria, Roma Radio ha contattato Amedeo Carboni in veste di doppio ex della partita.

“Di tutte le squadre dove sono stato controllo sempre la situazione, seguo sempre sia la Roma che la Sampdoria, come l’Arezzo. Queste due grandi società per me sono state una conferma della mia carriera, ho un ricordo particolare”.

Viola e Mantovani: “Avevano una cosa in comune: vivevano per la propria squadra, erano presidenti che non avevano interessi. Era la vera passione, erano come dei padri. Sia Viola che Mantovani erano simboli di cosa significasse essere presidenti di un club, due grandissimi personaggi. Sono stato fortunato, anche se con Viola ho trascorso solo sei mesi. Ricordo una battuta che fece, mi prese per un braccio e mi disse che noi toscani abbiamo in comune una cosa, che non molliamo mai. Una persona carismatica, incredibile. Sono stato fortunato ad averlo conosciuto e ad aver avuto queste perle”.

Hai giocato fino a 41 anni, che impressione ti fa vedere Totti giocare ancora alla soglia dei 40? “Mi fa piacere, per uno come lui che è nato calcisticamente e non solo a Roma credo sia una soddisfazione unica essere più di una barriera. Se posso permettermi, vorrei dare un consiglio: a volte il calcio va troppo rapido e la gente si dimentica dei sacrifici fatti in una carriera, gli consiglio di fare un’esperienza in America per poi tornare a Roma come manager. È giusto che continui nella Roma. Sfruttare il calcio, avere una visuale a livello di marketing per poter fare esperienza come futuro manager, è la migliore opzione. Ma vedo che ogni volta che gioca riesce a dare qualcosa in più”.

Quali sono i ricordi più belli che hai del periodo in giallorosso? “È chiaro che spesso sono legati a soddisfazioni generali, ma molte volte anche i ricordi più belli sono quelli che sul momento sono state grandissime delusioni. Ricordo sempre un quarto di finale di Coppa UEFA contro lo Slavia Praga, perdemmo 2-0 là, ai supplementari vincevamo 3-0 e a un minuto dalla fine segnarono. Ricordo lì tanta gente piangere. Con il tempo l’ho vissuta come un’esperienza con adrenalina tremenda. Anche quando morì in dicembre Viola fu una settimana tremenda, perdemmo in casa col Pisa. Ma col tempo sono sensazioni, esperienze professionali costruttive. Ho dei ricordi bellissimi”.

 

Cosa significa essere capitano della Roma? “È difficile descriverlo, quando arrivi a Roma ti senti un po’ perso per la pressione, una volta che superi quello stadio ti entra dentro. Ho avuto 2-3 mesi di contestazione, ebbi un litigio con la Curva Sud, poi è cambiato tutto. Roma ti fa piangere, ti fa ridere, ti fa sentire importante e l’ultimo arrivato. Sono stati 7 anni, ma sembravano 30”

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