Emidio Oddi, ex difensore della Roma che si è tolto anche lo sfizio di giocare con lo scudetto cucito sul petto nella stagione 1983/84 e di far parte di quella fantastica cavalcata che condusse i giallorossi a giocarsi la finale di Coppa dei Campioni, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport nel corso della trasmissione “Bar Forza Lupi”.
La finale contro il Liverpool: “Rigori battuti male solo per il fatto di essere emozionati. Bruno per esempio aveva una tale agitazione…Il calcio è così”.
Ex romanista ma anche ex calciatore del Verona: “Quando giocavo con il Verona e ricevevo squadre importanti era un motivo d’orgoglio e davamo il doppio di quello che avevamo dentro, e domani capiterà la stessa cosa. Io sono rimasto tifoso della Roma, del Verona <<non me ne po fregà de meno>>, però la Roma si deve dare una svegliata, deve impegnarsi al massimo perché la prima mezzora e il primo quarto d’ora del secondo tempo sono fondamentali per affrontare queste squadre che alla fine cedono ma devi segnare prima”.
“Oddi leone”, manca un po’ di spirito a questi calciatori? “Io lo dico sempre anche agli amici. Prima di tutto i terzini devono essere difensori per poi spingere e fare male quando la squadra avversaria è scoperta. Io vedo invece i terzini ali che hanno difficoltà quando bisogna difendere. Ai miei tempi io Maldera e Tempestilli eravamo degli animali pronti a sbranare chiunque attaccasse in quella zona. Oggi i terzini non sanno difendere, questo è il guaio”.
Terzini a parte? “Si, manca un po’ di fiducia. Io noto però che manca una vera punta. Totti farebbe benissimo con un centravanti davanti a lui e quando è stato ceduto Destro io ci sono rimasto malissimo, era l’unica punta vera che avevamo.E’ come giocare senza portiere”.
Nei momenti in cui la forza e la fiducia venivano a mancare dove e come si ritrovava? Ci pensava l’allenatore? “Io devo dire che ho avuto un momento di crisi nera. Quando sono passato alla Roma sono stati un paio di mesi durissimi. A Roma non mi conoscevano ed ero più scarso tecnicamente rispetto agli altri, sentivo la sfiducia del pubblico e quando toccavo palla sentivo un brusio e sbagliavo. Volevo anadr via ma il massaggiatore mi disse: <<Ti devi far conoscere>>, ci penso io. In un mese mi portò in 4 tv private e sono diventato “Oddi Leone”, uno striscione bellissimo del quale ho anche una foto a casa. Da quel momento in poi non ho avuto paura di niente. Quindi faccio un appello al pubblico, diamo una mano a questi ragazzi“.
Perchè non hai giocato la finale contro il Liverpool? “E’ stata un po’ così, ero sicuro di giocare vista la squalifica di Maldera e le condizioni precarie di Bonetti. Dopo un po’ ho saputo che il mago Maggi disse a Liedholm che i miei bioritmi non erano buoni e dovevo rimanere fuori. Magari si perdeva lo stesso ma ero convinto di giocare e saperlo un’ora e mezza prima del fischio di inizio è stato brutto”.