Carmine Gautieri è intervenuto ai microfoni della trasmissione radio Bar Forza Lupi, trasmissione condotta da Massimo D’Adamo e dalla dottoressa Antonella Coricello in onda su Centro Suono Sport 101.5. Ecco le sue dichiarazioni:
Com’è terminata la tua esperienza a Livorno? “E’ stata una scelta del presidente Spinelli. Eravamo ancora in zona play off, e lui mi sollevò dall’incarico. Ad ogni modo devo solo ringraziare il presidente per l’opportunità, dispiace non aver terminato il lavoro. Un’altra panchina? Il progetto in Italia non esiste, richieste ne ho avute, ma aspetto le occasioni giuste“.
Voi ex calciatori della Roma vi state dando da fare: Tu con Virtus Lanciano e Livorno, ma così come te anche Montella (che non sta vivendo un buon momento con la Samp) e Di Francesco. Giocare con la Roma forma i tecnici del futuro? “Per un calciatore, quando è alla fine, è normale voler rimaner dentro il giro. Nella mia Roma, sia io, sia Eusebio, sia Montella abbiamo intrapreso la carriera da allenatore con buoni risultati. Abbiamo avuto maestri importanti come Zeman e Capello. Chi fa l’allenatore ci mette del suo, ma avrà rubato qualcosa calcisticamente da tutti gli allenatori che ha avuto“.
Sarri è gettonato e apprezzato. Ma c’è stato un momento in cui, quando era all’Empoli, era in bilico… “Fabrizio Corsi (presidente dell’Empoli, ndr) lo ha difeso e protetto, Sarri è stato fortunato ad avere una buona società alle spalle. I risultati si sono visti. Nel primo anno ricordo che veniva da 4 sconfitte consecutive, l’ultima contro l’Ascoli per 4-0, la società l’ha difeso e ha avuto ragione dimostrando di aver preso un grandissimo allenatore, che arrivò in finale playoff, persa contro il Livorno, vincendo poi l’anno dopo. La fortuna di noi allenatori sono anche i presidenti, non solo i risultati. Sarri è stato fortunato perché è stato difeso nei momenti di difficoltà dal presidente“.
Garcia messo in discussione dalla piazza e dai tifosi. Perché è così bersagliato? “Roma è una piazza fantastica, bella, entusiasmante e difficile, perché i tifosi amano la propria squadra. Garcia è bersagliato dalla partita contro il Barcellona. Ma secondo me sta facendo un grandissimo lavoro: si è qualificato agli ottavi di Champions League, è terzo in classifica, e non dimentichiamo gli infortuni come quelli di Salah, Gervinho, Totti e per un breve periodo anche De Rossi. Senza questi giocatori, qualcosa perdi. Se guardiamo il lavoro di Garcia, in generale penso che stia facendo molto bene. La piazza di Roma, fantastica, si deve stringere attorno a questo allenatore e a questi ragazzi, perché tutti loro hanno bisogno del supporto della tifoseria, che se viene meno in questo momento, qualcosa lo perdi. Mi auguro che la Roma possa ritornare quella di un mese fa, e spero torni un feeling tra allenatore, squadra, società e tifoseria. Quando c’è questo feeling, ogni giorno sembra di sognare. la Roma deve sognare e mi auguro possa vincere qualcosa con un grande allenatore come Garcia“.
Sei andato a trovare Garcia? “Non ancora, ma devo andarlo a trovare“. Ci dici cosa ti piace di Sarri e Garcia? C’è un punto a favore di uno e dell’altro? “Stiamo parlando di due allenatori diversi per il modo di gestire gli allenamenti. Garcia viene da campionati diversi, ha portato una metodologia di lavoro diversa da Sarri, ma comunque valida. Sarri lo conosco bene, è pignolo, lavora 24 ore al giorno, studia sempre gli avversari anche durante la settimana per capire dove può far male all’avversario, anche sui piazzati. Sono due allenatori diversi e bravi, domani vedremo una bella partita e speriamo sia un momento di sport dove tutti si possano divertire e non ci sia casino. Che vinca il migliore. Sappiamo benissimo che ci sono state situazioni al di là del calcio, e questo non deve succedere più, Roma e Napoli sono due grandi città e due grandi tifoserie, tutti meritano rispetto“.
Le tue impressioni su quanto sta succedendo sul tifo? Florenzi, dopo il Bate, ha detto che avrebbe essere preferito essere fischiato da 70mila persone, non da meno pubblico. Garcia ribsadisce spesso che manca l’apporto del pubblico. Tu che hai avuto il pubblico dalla tua parte, cosa ci puoi dire? “Che posso dire… E’ sempre bello e fantastico giocare con 70mila persone sugli spalti. In questo momento, con un po’ di ruggine tra squadra, allenatore e tifoseria, penso che qui ci voglia il giusto equilibrio per queste cose, e la società lo sta facendo al massimo e bene. Meno si parla e meglio è. Dico che Florenzi ha bisogno dei fischi di 20mila, di 30mila e di 70mila. Sappiamo benissimo che a Roma, indipendentemente dal numero, non ci sono solo i tifosi che vengono allo stadio. Anche da casa soffrono, personalmente ho visto gente piangere. I giocatori hanno bisogno dei tifosi e i tifosi hanno bisogno dei giocatori. Serve un punto d’incontro. A Roma, tifosi e giocatori si devono amare a vicenda. Solo così i fischi si trasformeranno in applausi“.
Parliamo di Totti. Si è parlato di rinnovo, ha incontrato Pallotta. Cosa faresti con Francesco? “Farei decidere a lui cosa fare. Se si sente ancora in forma e in condizione di poter giocare, è giusto che lo faccia. A 40 anni non è che puoi permetterti di fare 30 o 40 partite ufficiali, ma è un classico giocatore che si potrebbe impiegare come Altafini. Altafini giocava 20-25 minuti e ti faceva vincere le partite. Sono convinto che Totti possa ancora essere decisivo. L’importante è stare bene mentalmente, se fossi Pallotta farei decidere a lui. Se lui è in condizioni fisiche e mentali di proseguire, è giusto che lo faccia“.
Tiferai Napoli o Roma? “Sono molto legato a Roma, alla città, ci torno volentieri. Per me è stato tutto bello a Roma, anche quando ho subito fischi da 70mila persone, per me era motivo di soddisfazione giocare per questa maglia, per la città e per la tifoseria, a mio avviso unica, non la trovi da nessuna parte“.
Tuo figlio è ancora nelle giovanili dell’Empoli? “Si, ma per diventare come il padre ce ne vuole ancora… Lui mi chiede la focaccia, io gli do pane duro…“.