Spesso alcune storie non hanno un lieto fine: Tony Skeffington non ce l’ha fatta. La sua storia due mesi fa commosse tutti e fece il giro del mondo. Cinquantuno anni, australiano, nativo di Adelaide, Tony era un grande tifoso delle Foxes; nel marzo del 2015 gli diagnosticarono un cancro mortale che lo avrebbe consumato nel giro di 4 settimane, ma Tony è una Fox e non si è arrese, si aggrappò al suo sogno, a quella squadra che lo ha tenuto in vita per più di un anno. “A tenermi in vita è il Leicester, insieme a mia moglie, mio più grande amore” ha più volte affermato l’australiano che in un anno ha visto la sua squadra del cuore prima miracolosamente salvarsi e poi quest’anno raggiungere la vetta e mantenerla quando mancano 3 turni alla fine. “I MAY LIVE IN AUSTRALIA BUT ON MATCHDAY MY HEART AND MY SOUL BELONG TO LEICESTER CITY“, recitava la maglia indossata puntualmente ad ogni match, perché sono 10000 le miglia che dividono Adelaide da Leicester, adesso collegate da un filo rosso creato proprio da Tony. Alla notizia della sua storia, non si fece attendere la risposta del club inglese, che impossibilitato dall’ospitare il tifoso in virtù delle sue precarie condizioni donò a quest’ultimo un gagliardetto con le firme di tutti i tesserati con annessi messaggi di vicinanza. Skeffington al sogno proibito ci ha sempre creduto, tant’è che ad inizio campionato delegò la moglie a puntare due sterline sulla vittoria del suo Leicester, la moglie rilanciò puntandone 10, la vincita sarebbe potuta essere di 30000 sterline ma Tony ha famiglia e sapeva che presto se ne sarebbe andato, così decise di accettare la proposta dei bookmakers e di ritirarne 18000.
Dilly ding dilly dong: 4-0! Le Foxes si sbarazzano con un risultato netto dello Swansea. No Vardy, No party? Assolutamente errato: ci pensa la riserva Ulloa, autore quest’anno di una staffetta con il giapponese Okazaki, a portare il Leicester alla vittoria con una doppietta; gli altri gol sono stati siglati dall’altra stella del King Power Riyad Mahrez e da Albrighton, che manda un altro chiaro messaggio a Roy Hodgson. Per la prima volta in conferenza stampa Ranieri si è sbilanciato, prima arringando i cronisti in sala con un “We are in Champions’. C’mon!” e poi ammettendo, semmai ce ne fosse stato bisogno, che i suoi sono lì ad un passo dal titolo. Ormai l’italiano ragiona da inglese, nella patria di Sua Maestà addirittura è considerato più inglese degli inglesi, calmo, composto, autoironico ed oggi anche vincente. Mancano tre giornate al termine e bisogna attendere il risultato del Tottenham (domani in casa contro il WBA), ma poco importa. Si continua a sognare, con la consapevolezza che da mercoledì mattina c’è un motivo in più per raggiungere la vittoria finale: TONY SKEFFINGTON, ONCE A FOX FOR EVER A FOX. C’MON YOU FOXES!
CDN
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