L’ex centrocampista della Roma David Pizarro, attualmente al Santiago Wanderers, ha rilasciato un’intervista all’AS Roma Match Program in vista del match di domani sera Real Madrid-Roma. Queste le sue dichiarazioni:
Torniamo un attimo al passato, cosa ricorda di quel gol?
“Un gol pesantissimo che ci permise di rimontare e passare ai quarti di finale. Sono state due serate fantastiche, sulla carta loro erano più forti, ma riuscimmo a beffarli. Una grande soddisfazione”.
Martedì sera la Roma è chiamata a fare una grande prestazione per ribaltare il risultato dell’andata, come crede debba impostare la gara?
“La Roma non ha nulla da perdere, quindi può fare il suo gioco e sperare di cogliere in fallo il Real. In partenza i giallorossi sono dati per spacciati, come lo eravamo noi, ma poi noi abbiamo ribaltato i pronostici e la Roma deve cercare di fare lo stesso”.
Quando conta il fatto che si giochi al Bernabeu?
“Certo, è difficile. I loro tifosi si fanno sentire sia in positivo che in negativo. E in questo momento le critiche a loro non mancano. Si è già visto nel derby con l’Atletico che i tifosi non sono contenti e hanno dimostrato il loro disappunto. Fa molto effetto giocare in uno stadio così all’avanguardia, è bellissimo e il lusso è protagonista”.
Che momento sta vivendo il Real?
“Credo che le dichiarazioni di Cristiano non abbiano fatto piacere ai compagni e quindi nello spogliatoio l’aria sarà pesante. La mancanza di rispetto nei confronti degli altri crea sempre problemi all’interno del gruppo. Non credo che sarà facile scendere in campo per gli undici che sceglierà Zidane. Ma loro hanno tanta esperienza alle spalle e sono pronti a tutto”.
Come giudica l’allenatore?
“Credo che per diventare allenatore sia necessario fare tanta gavetta prima di andare in una grande piazza. Zidane, che è andato subito al Real, rischia di bruciarsi”.
Come valuta la stagione della Roma?
“Sinceramente ad inizio stagione era dato per scontato lo scudetto. Poi non so cosa sia successo, a cosa sia stata dovuta l’involuzione negativa. I giocatori bravi non dimenticano come si gioca al calcio. Sicuramente è successo qualche cosa dal punto di vista psicologico. Ora le cose sono molto diverse, la squadra fa grandi prestazioni e i risultati hanno cominciato ad arrivare”.
Quale può essere stato il segreto di Spalletti per ribaltare la situazione?
“Lo conosco bene, porta certezze importanti alla squadra. E visto che il problema era certamente di natura mentale, ha trovato i punti giusti su cui lavorare”.
Cosa non funzionò quando Spalletti andò via da Trigoria nel 2009?
“Alcune cose la prima volta non andarono come si aspettava il mister. È un uomo intelligente, ha capito bene dove ha sbagliato e gli servirà per non ricadere negli errori che lo hanno portato a dimettersi anni fa”.
Ci ha parlato?
“Certo, siamo in contatto. Mi ha detto che il lavoro che ha in mente è lungo, ma è molto ottimista”.
I suoi meriti principali?
“Conosce l’ambiente, sa come muoversi. Ha una cura pazzesca per i dettagli, vede cose che neppure i giocatori riescono a percepire e può quindi intervenire. Lui è un ambizioso, un perfezionista”.
C’è un nuovo Pizarro in questa Roma?
“No. Alcuni mi hanno chiesto se Pjanic avesse le mie stesse caratteristiche, ma io credo di no, lui è un trequartista vero. Io invece sono diventato regista a inizio carriera, non ci si improvvisa… da un giorno all’altro”.
Cosa ricorda della sua esperienza alla Roma?
“Sono stati sei anni e mezzo bellissimi. Ci sono stati anche momenti brutti, certo, ma tutto è stato sempre affrontato con il giusto approccio. Non ho mai trovato un gruppo così, le difficoltà ci servivano per essere ancora più uniti. Eravamo amici anche fuori dal campo, cene e compleanni si organizzavano insieme. È stata la nostra forza”.
Il ricordo più bello?
“I 5 derby vinti”.
Con la Roma ha conquistato due Coppe Italia e una Supercoppa, come si vince?
“È difficile. I nostri cugini infatti ci prendono in giro perché noi siamo campioni d’Italia già a novembre. A Roma diventano subito campioni anche giocatori che con il tempo si rivelano essere assolutamente normali… Ma quando si vince la soddisfazione è immensa”.
C’è una partita che vorrebbe rigiocare?
“Cambierei parecchio di quello che ho avuto per rigiocare quella maledetta giornata contro la Samp, che significò dire addio allo scudetto dopo un grande rincorsa. Nel primo tempo meritavamo di vincere 4-0, poi il loro portiere ha fatto il fenomeno (Storari, ndr), lo ha anche detto in alcune interviste nei mesi successivi… Eravamo più forti e meritavamo di vincere, ma a volte nel calcio accade”.
Di cosa si occupa oggi?
“Io gioco ancora in Cile, nella squadra della mia città. Sono venuto un mese a curarmi a Roma, mi fido dei medici che ho conosciuto durante la mia permanenza in giallorosso. Ora sono quasi pronto per riprendere l’attività”.
Che legame ha mantenuto con la Capitale?
“Il legame con Roma è fortissimo, appena posso torno a passare qualche giorno in città e trovare gli amici. Ogni volta vado a Fontana di Trevi e butto sempre una monetina così sono certo che tornerò! Il legame è sempre stato forte e anche quando giocavo con la Fiorentina avevo sempre un affetto particolare per la Roma i suoi tifosi e la società”.