Questa mattina stato intervistato il centrocampista maliano, Seydou Keita. Roma, Real, Spalletti e un po’ di vita privata gli argomenti affrontati. Queste le dichiarazioni rilasciate ai microfoni di Roma Radio.
Sensazioni sul momento positivo della Roma dato anche dalle quattro vittorie di fila: “Siamo in un momento molto buono per la società, per la squadra e soprattutto per i tifosi. Quando una squadra vince è sempre importante.”
Fiducia che ha portato uno spirito nuovo nello spogliatoio: “Si, forse è il cambio di mentalità la cosa migliore. Quando viene il cambio allenatore è perchè qualcosa non va bene. La testa, la fiducia, tutto cambia. In questo momento sta andando tutto bene, siamo a quattro vittorie consecutive, era da molto che non succedeva. La squadra sta migliorando piano piano e siamo sulla strada giusta.”
Richieste differenti da parte di Spalletti con l’assenza di De Rossi: “Io e Daniele abbiamo un diverso tipo di calcio, ma sia io o Daniele o Vainqueur davanti alla difesa dobbiamo fare quello che ci viene chiesto dal mister. La squadra è più importante e ci dobbiamo adattare.”
Sul’episodio di Reggio Emilia che vedeva il mister rimproverava Zukanovic perchè non gli passava abbastanza il pallone: “Si, Spalletti vuole che tutti i palloni passino da me. A volte un giocatore però ha l’intelligenza per vedere se un passaggio può riuscire o meno, ma Spalletti grida sempre il mio nome!”
Come viveva gli scontri col Real Madrid negli anni col Barcellona:
“Sono partite importanti, è come il derby qui con la Lazio. E’ una partita importante per la società, per la squadra, per i tifosi. Ho bei ricordi di sfide importanti anche contro il Siviglia e il Valencia.”
La chiave per vincere contro il Real Madrid: “Personalmente credo bisogna prima di tutto crederci, poi lavorare con il mister. Sicuramente Spalletti darà tutte le disposizioni per cercare di vincere. Sarà una partita difficile perchè loro sono una grande squadra ma non impossibile, il Real ha già perso qualche partita.”
Come si sente essere uno dei giocatori africani più importanti del mondo: “Nel corso della mia carriera ho sempre cercato di mantenere buone relazioni con tutti e mettere a disposizione la mia esperienza per i più giovani. In futuro mi piacerebbe continuare ad aiutare i calciatori più giovani. Mettersi a disposizione del prossimo è sempre bello perchè la carriera di un calciatore dura una decina di anni, tranne pochi esempi come Totti, prima di tutto viene l’uomo e la persona.Per me è importante la mia vita, il rispetto e l’umiltà.”
Importanza della religione: “La religione è una strada che ti fa capire che tu non sei niente, che ci vuole sempre umiltà e rispetto. Quando una persona ha questo, che sia cristiana o musulmana, tutto è facile. Poi uno quando segna fa dei gesti religiosi. La religione è una cosa personale, arriva al cuore. Bisogna rispettare tutte le religioni e fare la cosa giusta.”
In merito ad una sua frase non interpretata correttamente: “Io sono una persona che rispetta molto la squadra. Sono uno che rispetta tutti. Io ho sofferto molto nella mia vita per essere qui e rispetto tutti i calciatori, che siano qui a Roma o in un’altra squadra. Non mancherò mai di rispetto a un giocatore, ma sono uno esperto. Se qualcosa va male la colpa può essere di un giocatore, quando i tifosi fischiano forse hanno anche ragione, ma questo non aiuta. La Roma mi pagano per giocare, i tifosi pagano per venire. E’ diverso. Come un calciatore può mancare rispetto a un tifoso? E’ impossibile. Loro vengono per vedere la loro squadra che amano. io sono una persona a cui non piace ripetersi, perchè rifletto prima di parlare. Se dicessi che amo la Roma come Francesco e Daniele non sarebbe la verità, ma il mio rispetto per i tifosi è identico al loro.”
Su cosa voglia fare in futuro: “Non l’allenatore al momento. Io quando venuto in Eruopa ero in difficoltà, in questo momento grazie a dio tengo una vita migliore. Nella mia testa ho la voglia di aiutare gli altri e poter dare la possibilità agli altri di avere le stesse chance che ho avuto io. La vita è troppo corta, non sappiamo se domani saremo vivi o meno, quindi dobbiamo aiutare gli altri. Non solo il calcio può aiutare, ma da dove vengo io non ci sono anche le cose più importanti per vivere.”
Infine sul pensiero che in molti pensino che sarebbe un allenatore perfetto.:
“Si, ma a me piace aiutare le persone. Il calcio è duro, dopo starò un po’ con la famiglia e poi aiuterò le persone. Quando vedo che io ho tutto e una persona fatica a trovare da mangiare è complicato rimanere indifferente.”